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Pavlova di capodanno

Tagliamo corto. Siete venuti per la torta.
Per avere un’idea per la cena di Capodanno che non sia il solito pandoro/panettone condito con la crema al mascarpone. Ho visto questa torta sulla copertina di una rivista (la Cucina Italiana) mentre ero in Italia, mi è sembrata subito buonissima ma con una forma poco pratica, così ho deciso di rifarla a modo mio: più semplice e più facile da tagliare in piccole fette.
E poi è sempre una torta Pavlova…
Non vi devo rispiegare la storia della Pavlova, vero?
Pavlova al cacao e frutti di bosco

Ingredienti: 
4 albumi medi
200 gr zucchero (per fare una buona meringa di solito uso 50-60 gr. di zucchero per tuorlo)
250 ml panna da montare
150 gr cioccolato fondente (quello chiamato “per copertura” va benissimo)
10 gr burro
20 gr cacao
Un melograno: serviranno circa la metà dei chicchi di un melograno grosso, quelli che vi restano possono essere aggiunti all’insalata
100 gr mirtilli blu, perché sono buonissimi con panna e meringa

Siccome la meringa impiega almeno un’ora e mezza a cuocere, io l’ho fatta la sera prima di servire la torta, quindi potresti prepararla stasera mentre perfezioni la lista della spesa per il menu di domani.

Albumi montati a neve fermissima

Montare gli albumi con un pizzico di sale. Quando sono ben montati aggiungere poco a poco lo zucchero. Bisogna avere pazienza, non si deve abbandonare fino a che gli albumi sono così sodi che si può girare la ciotola a testa in giù e loro rimangono attaccati al fondo (girare in fretta la ciotola, mi raccomando!). Aggiungere il cacao setacciandolo con un colino per evitare i grumi e ammirare la meringa che si colora.

Adesso la parte divertente: con un spatola disporre la meringa sulla carta da forno. Rovesciarla in un punto e poi espanderla fino a formare una torta di circa 20 cm di diametro con un avvallamento in mezzo. Come una quasi ciambella. Insomma, così:

Meringa al cacao

Cuocere nel forno un po’ aperto a 120° per un tempo che, davvero, dipende dal vostro forno. Diciamo dall’ora alle tre ore, non scherzo! Tenere il forno un po’ aperto -poco, ad esempio mettendo il manico di un cucchiaio di legno a impedire la chiusura- permette alla meringa di seccarsi senza bruciarsi. La meringa deve seccarsi completamente sopra, ma restare appiccicaticcia sotto.

Una volta cotta e raffreddata la meringa, preparare il ripieno al cioccolato per riempire l’avvallamento centrale della meringa.

Sciogliere il cioccolato con il burro versandoci sopra 100 ml di panna, mescolare fino a che i tre ingredienti non formeranno una crema lucida (ganache) e deliziosa.

Meringa, ganache, panna e frutti natalizi

Riempire il centro della torta con questa crema al cioccolato, sempre con la spatola, lasciando uno strato spesso dappertutto.
Lasciare raffreddare la torta e nel frattempo  montare la panna restante con un pizzico di vaniglia. Ricoprire la torta con un generoso strato di panna e spargere casualmente chicchi di melograno e mirtilli sulla torta e sul piatto.

Pavlova delle feste pronta

Astuzia: la meringa si incollerà alla carta da forno, se provate a staccarla romperete la torta. E’ più facile staccare le fette di torta già tagliate. Quindi meglio tagliare la carta in eccesso per “nascondere” la carta da forno al momento di servire.

Avendo usato panna senza lattosio e neanche un grammo di farina, questa torta è adatta a chi soffre di intolleranza al glutine (celiachia) ed al lattosio (cioè io).

Muffin all’errore

La storia è dentro la ricetta. O la ricetta è dentro la storia, dipende da che lato le guardi. In entrambe è nascosto, neanche tanto, l’errore.

Muffin all’errore: senza cranberries e con pezzi di cioccolato.

Muffin all'errore con cioccolato e senza cranberries

Ingredienti

100g  formaggio fresco (tipo philadelphia)
250g zucchero
170g cranberries (che verranno poi buttati via. Sì, hai letto bene)
200g farina
mezza bustina di lievito (quante volte te lo devo dire che una bustina serve per 500 g di farina?)
2 uova
75ml olio di semi
aroma di vaniglia
per sostituire i cranberries e riparare all’errore: 70g di cioccolato

Questi sono muffin ai cranberries. I fruttini dentro però non ci sono. Al posto ho messo la cioccolata. Succede che talvolta qualcosa non funziona e mentre si è in viaggio bisogna bruscamente cambiare strada, abbandonare i bagagli e magari pure proseguire a piedi. Succede che era pure la strada sbagliata e ci siamo allontanati. Io, dopo aver guardato con disperazione la strada vuota  so proseguire a piedi. Ma i bagagli, quelli che non volevo ma ho dovuto e scelto di lasciare per strada mi tormentano. Quelli che ho deciso di portare invece pesano inutilmente. Insomma, più cerco di riconciliarmi con gli errori più loro ritornano su, come la cipolla.

Cranberries freschiCominciamo. Sbattere il formaggio con 25g di zucchero. Mettere il composto in frigo per farlo diventare più duro. Cuocere i cranberries con 25g di zucchero fino a che scoppiettano, mescolare e lasciar raffreddare. Assaggiare e se vi fanno schifo come a me, buttare via. Se no, buttali via comunque, credimi, che col cioccolato la ricetta viene meglio.
Ma perché devo comprare e cuocere i cranberries se poi tanto non li uso? Ottima domanda (e molto ben posta, direbbe alla radio l’amico M.). Neanche io li avrei comprati e preparati se avessi saputo che alla fine sarebbero stati immangiabili: però non c’era modo di saperlo prima mannaggia.
Perché cercare il pretesto di attaccare bottone con qualcuno per poi trovarsi due anni ed una storia d’amore dopo a cambiare strada quando lo vedi passare? Perché hai studiato tanto per fare un lavoro che non ti piace?

Vedo che mi hai capita.

impasto dei muffin con cioccolato Mescolare lo zucchero che resta, la farina, il lievito e un pizzico di sale. Tritare grossolanamente il cioccolato. Aggiungere le uova, l’olio, la vaniglia ed infine il cioccolato al composto di farina. Mescolare bene fino a che il composto si fa lucido e delizioso. Assaggiare per sicurezza.

Riempire con l’impasto gli stampini da muffin per due terzi  (i miei sono di silicone, ma di carta infilati nella teglia da muffin vanno benissimo), dovrebbero venirne una decina, a me ne sono venuti nove: mi sa che mi sono mangiata troppo impasto. Fare col pollice un buco in mezzo ad ogni muffin e posare una cucchiaiata di formaggio zuccherato.
Infornare a 170° per 20-25 minuti.

Muffin all'errore pronti per essere infornatiMagari i cranberries che ho comprato non erano buoni o semplicemente il sapore della salsa di cranberries non mi piace. Per scoprirlo ho sprecato un po’ di zucchero e di tempo, ed ora ho una pentola incrostata che mi guarda. Però almeno adesso lo so. E poi il profumo che usciva dalla pentola era buonissimo.  Per un po’ è stato bello. Per il resto c’è sempre la cioccolata.

Torta segreta alla Nutella

S. dice che se apri la dispensa dei bicchieri di una qualunque cucina italiana, senza distinzione sociale o  geografica, ci troverai almeno un bicchiere della Nutella, spesso disegnato. La Nutella in Italia trascende tutto. Ma pensa se un giorno aprissi un cassetto della scrivania e saltasse fuori un esercito di vasetti di Nutella…  A questo mi sa che neanche S. sarebbe preparata.  Questo è quello che è successo a me.

Quando ho lasciato Parigi, ho buttato via undici bicchieri della Nutella (tre li ho tenuti, c’erano sopra i Peanuts, il che li ha salvati anche dal recente trasloco Anglo-Sassone. Letteralmente: dall’Inghilterra alla Sassonia).
La Nutella costa pochissimo in Germania, un euro circa il barattolo da 400 grammi in alcuni supermercati. Nei negozi vicino a casa mia però, la Nutella non c’è: siamo bobos (bourgeois-bohemien), radical, liberal, o come vuoi da fare schifo qui, mica scherzi, in pratica puoi solo comprare patè di noccioline cresciute in libertà e che non hanno subito traumi alla raccolta: kill me now.

Eppure noi per una ragione misteriosa ci ritroviamo con cinque o sei vasetti di Nutella pieni da smaltire.  Orso la guarda con terrore: speriamo che non lo sappiano i vicini.  Io non la posso mangiare da sola tutta questa Nutella (No, tu non la puoi mangiare e basta, risponde Orso, unico uomo che possiede il segreto del mio peso). Così, decido di fare quello che tutte le persone di buon senso fanno quando si trovano di fronte ad un problema: ne ho fatto una torta.

In questa torta non ci sono né uova né burro, perchè la Nutella fornisce tutto il grasso necessario alla preparazione (il che in effetti dà da pensare)

Ingredienti
200 g di farina
50 g di Maizena
1 cucchiaio di cacao amaro (o una bustina di preparato per cioccolata in polvere, altro ingrediente altrimenti bandito dalla mia dispensa: è una vita difficile)
mezza bustina di lievito per dolci
80 g di zucchero
300 ml di latte
200 g di Nutella

Mescolare in una ciotola la farina, la fecola, il lievito, il cacao e lo zucchero. Se usi il cacao in polvere invece del preparato per cioccolata allora forse dovrai aggiungere dieci grammi di zucchero.

Scaldare la Nutella a bagnomaria. Questa è la parte più bella, guarderei il cioccolato sciogliersi per ore, come si fa con la lavatrice (forse devo riattaccare la TV. Ma ancora, che diranno i vicini?). La Nutella si trasformerà in una crema liquida, lucida e bellissima.
Unire il latte versato poco a poco (perchè così è più facile amalgamarli) e mescolare. Versare il latte nutellato sul composto di polveri, lentamente, perché si formano facilmente grumi.  Versare il composto in una teglia imburrata e infarinata e  infornate nel forno già caldo a 180° per 45 minuti. La torta è pronta per innumerevoli colazioni, ed il vicino alternativo non farà che domandarne ancora.

Naturalmente la mia è una supposizione, non l’ho offerta a nessun vicino.

Valentine’s raspberry and chocolate cheesecake

Premetto, questa è un’idea di Orso.

Cheesecake pronta per essere mangiata
Base:
200 gr di biscotti secchi, tipo biscotti da tè, quelli che in Francia si chiamano PetitLu e non lo dico per essere snob, ma perché sono gli unici che conosca-
150 gr burro
50gr ciocccolato fondente

Crema:
250gr mascarpone
250 gr ricotta
125 gr lamponi surgelati
100gr zucchero
3 uova
vaniglia, un pizzico

Sbriciolare i biscotti. Questo è divertente. Orso, dopo aver avuto la brillante idea di svendere il mio blog per un paio di contatti in più, mi ha proposto la soluzione seguente per sbriciolare biscotti senza sporcare. Un piccolo sacchetto (nuovo!) della spazzatura. Si mettono i biscotti, si schiaccia… ecco fatto!

Tritare il cioccolato in pezzi non troppo piccoli, se no rischiano di sciogliersi col burro. Fondere il burro e mescolarlo alle briciole di biscotto e cioccolato.

Ricoprire la tortiera (22 cm) di burro e versare il composto biscottoso. Far aderire ai bordi ed al fondo schiacciando con un cucchiaio.

Cake biscuit with chocolateMettere in frigo per almeno un’ora.

Mescolare le uova con lo zucchero, aggiungere il mascarpone e la ricotta, aggiungere la vaniglia (sottoforma di zucchero vanigliato o baccello). Usare una frusta per amalgamare.

Aggiungere i lamponi, anche surgelati, al composto e mescolare solo un poco.

Crema di mascarpone, ricotta e lamponi

Togliere la tortiera dal frigo e riscaldare il forno a 180°. Versare la crema ai lamponi sulla base biscottosa e infornare per mezz’ora.  Lasciare riposare.

Se San Valentino è una scusa per mangiare una torta intera, fatta in casa, allora va bene.

Aneddoto di San Valentino: ho scritto un articolo a tema sulle iniziative di prevenzione delle malattie sessualmente trasmissibili intitolato: “Regali di San Valentino non voluti” che cominciava con la frase: “e se il tuo Valentino si desse più di un cioccolatino?” per continuare parlando di iniziative di screening della clamidia.  Sia la frase che l’introduzione sono stati miseramente cassati, forse a ragione.

Cheesecake ai lamponi appena sfornata

First of all: this is Bear’s idea.
Biscuit
200gr tea butter biscuits, such as the French PetitLu, not because I want to be pretentious but they are the only ones I know.
100gr butter
50gr dark chocolate

Cream
250gr mascarpone
250gr ricotta
125gr raspberries (frozen if you have no choice, I hadn’t)
100gr sugar
3 eggs
vanilla, a pinch

Crash the biscuits with your hands: this is funny. Bear, after deciding that I should sell my blog to consumerism for a few more hits, proposed that I put the biscuits in a plastic bag, the one for the garbage, and then squeeze it. It worked.

Chop the chocolate in not too small bits, or it will all melt with the butter. Malt the butter, mix it with the biscuits and chocolate in a bowl.

Cover the cake pan with butter and put the biscuits mixture in it, so to cover the floor and the borders. Press with a spoon to make the biscuit base homogeneous and store in the fridge for at least an hour.

Prepare the cream mixing eggs and sugar. Then add mascarpone, ricotta and vanilla. Mix until the cream is smooth. Add the raspberries to the cream and take the biscuit out of the fridge. Pour the cream on to the biscuit and cook at 180° for 30 minutes. Let it cool down.

Valentine’s trivia: I worte an article about sexual trasmitted infections’ prevention with the title”Unwanted Valentine’s gifts” with the intro: “what if your Valentine is giving you more than chocolate?” and them went on talking about Chlamydia screening. Both the title and the intro were axed, probably very reasonably.

An ice-cream in Kiel

 

Kiel, inserito originariamente da Lucy in giro.

“Per colpa sua!”. La gelataia risponde sicura, in italiano. Si vede che è un gioco che fanno da anni, lei e suo marito. Le ho chiesto come siano finiti in una gelateria in un paesino alla periferia di Kiel. Il gelataio di Heikendof viene da qualche parte vicino Castelfranco Veneto e conta i gusti in italiano. Cosi’ comincio a parlargli in italiano ed alla seconda volta siamo amici. Alla terza mi presenta la famiglia. Si chiama Renato, Luca suo fratello. Mi ha chiesto subito se sono “del Nord del nord”, vera o finta, io rido e gli dico vera e finta. Vera, sono nata e cresciuta in Brianza, vera, i miei genitori, come quasi tutti quelli dei miei amici, hanno volti e nomi che vengono d’altrove. Mi irriterebbe se fossimo a Treviso, ma a Heikendorf, è troppo sincero per essere convinto. Renato viene dal passato, e la gelateria Venezia con lui. Le gelaterie in Germania si chiamano Venezia o Sanremo, che non è che siano le patrie del gelato, ma tant’è. Ogni volta che passo mi chiedono fino a quando resto in paese. La gente qui non è amichevole; e in italiano non parla nessuno, cosi’ cercano subito di convincermi a insegnare subito ad Orso la nostra lingua.
Hanno lavorato per anni nella pizzeria del cugino, nel vicino villaggio di Laboe. Poi sono tornati in Italia per un attimo ma l’occasione di riprendere in mano la gelateria di un parente li ha riportati sul Baltico.
Penso ai commercianti di cucina libanesi di Place Monge che studiano farmacia ed hanno una moglie in Siria, alle giornaliste del giornale online alla moda che sorridono sempre. Sto diventando una ladra di storie. Un ultimo gelato ad Heikendorf prima di partire, un’ultima domanda.

E tu invece, come mai sei venuta fino qui?

Per colpa sua.

Leipzig (3): la torta!

Lipsia è giovane, colta e curiosa, c’e molto da fare, e anche da mangiare.
Controllate il programma del Centraltheater , che non ospita solo opera ma anche concerti. E’ un teatro, ma con pochissimi capelli bianchi: io ho visto gli Zoot Woman.

Siccome siamo snob, andiamo subito alla galleria d’arte contemporanea GfZK. Al momento della mia visita ospitava due mostre: una interessante su arte e committenza, l’altra su arte e natura, meno. Consiglio di dare un’occhiata, un giorno alla settimana(il mercoledì?) è gratis.
Nelle immediate vicinanze del museo c’è un bar “concettuale” che adesso si chiama “Paris Syndrome”. Dico adesso perché si è chiamato così per due anni e fra poco cambierà nome e aspetto: ecco il concetto.
Per ora si basa su un’imitazione di parigi dove tutto a ben guardare è finto. Essendo una parigina finta, mi sentivo perfettamente a mio agio sugli sgabelli in finto Vuitton. Le grandi vetrate che danno l’impressione di fare merenda sull’erba, la musica bassa (solo cover, per restare in tema) e la torta di mele alta una mano hanno aiutato.

In tema di dolci, nei pressi di Inselstrasse due giovani donne francesi hanno aperto una piccola cioccolateria con una grande cucina (La Chocolaterie ) ed ammetto che mi è venuta voglia di fare loro una gioviale concorrenza. La cioccolata calda è davvero piena di cioccolato. Brave.

Per cambiare decoro dalle gallerie commerciali del centro (la mia preferita, quella dei mestieri) andate a fare due passi a Plagwitz e visitate il distretto industriale di Spinnerei, trasformato in residenza di artisti. In quest’antica fabbrica cotoniera (cotonifera?) la città mette a disposizione (immagino per un affitto modico o simbolico) atelier e residenze per gli artisti o artigiani che vogliano stabilirvisi. Spinnerei in LeipzigApparentemente ha avuto il suo splendore alternativo una decina di anni fa, ma a me sembrava già un posto molto utile per lavorare e gradevole per passeggiare.
Se siete stanchi, comprate un panino per 70 cent per la strada e andate a mangiarlo in un parco, magari vicino all’acqua.

La prossima volta (eh si, ci sarà una prossima volta, ma questi sono fatti miei, io vi consiglio di andarci una volta sola) andrò anche al museo di storia della germania federale, annunciato dalla statua che rappresenta l’indifferenza della popolazione cittadina di fronte alle due dittature del ventesimo secolo.Museum of the city's history

Ho mangiato bene, in ristoranti di cucine varie, una spagnolo che mi sembrava grandissimo, –Barcelona – dove ho ordinato troppo (mannaggia alle tapas, non mi so mai regolare) ma con camerieri esperti e gentili ed un ristorante asiatico, Inside Asia, talmente fusion che non saprei definirlo più precisamente. In ogni caso gli asparagi bianchi con pollo fritto e salsa di cocco erano deliziosi: 8 euro, per capirci.

E cosa si mangia in Germania? Di tutto, certo, e tante torte. Non sono ancora pronta per cucinarvi una “foresta nera”, però eccovi una torta insolita: anzi due

Rhabarberstreuselkuchen,  che tradotto liberamente significa : Tortaalrabarbaroconlebricioline

Prima domanda : ma è dolce o salata ? Dolce.
Seconda : il rabarbaro com’è fatto ? Sembra una specie di sedano rosso, amarognolo. E’ divertente e imperativo sbucciarlo tutto.

Torta al rabarbaro crudaIngredienti
1 kg di rabarbaro
400 g di farina
6-7 g di lievito : mezza bustina
250 g di burro
180 g de zucchero
Vaniglia in baccello (da dosare con attenzione !) o zucchero vanigliato
1 pizzico di sale
Scorza grattugiata di limone
5 uova
150 ml di latte

Streusel (bricioline):

200 g di farina
150 g di zucchero
Vaniglia o mezza bustina di zucchero vanigliato
1 pizzico di sale
2 pizzichi di cannella
150 g di burro

Cominciare dagli streusel, le bricioline, o briciolone, ancora meglio. Mischiare tutti gli ingredienti tranne il burro. Tagliare il burro (freddo mi raccomando) a pezzettini, ed aggiungerlo al composto farinoso, amalgamando con le mani, senza scioglierlo troppo. Si formeranno quasi da sole (ho detto quasi) delle briciole deliziose di burro zucchero e farina. Mmh… conservare in frigo.
Già che hai le mani unte, imburra le teglie, eh sì LE teglie. Questi ingredienti sono sufficienti per due torte del diametro di 22cm.
Perché due? Perché io l’ho cucinata in coppia, e non mi piace dividere il cibo. C’è chi dice che il segreto di una lunga vita di coppia siano i letti separati. Io dico: separiamo le teglie, e nessuno si farà male.Due torte!
Pulire e sbucciare il rabarbaro. Questa operazione è lunga ma divertente: con un coltello o un pelaverdure bisogna togliere tutta la pelle del rabarbaro, senza paura di staccare un pochino di polpa, se no la torta resta piena di filamenti. Tagliare il rabarbaro a pezzetti.
Mescolare burro ammorbidito, zucchero, sale, vaniglia e scorza di limone. Aggiungere una ad una le uova. Aggiungere un po’ alla volta farina e lievito, intervallando con l’aggiunta del latte. Aggiustare con il latte se troppo densa. Sbattere fino ad ottenere una pasta un po’ spumosa. Otterrai la classica pasta per dolci: buona anche cruda.
Versare la pasta nelle teglie (ognuno la sua) e ricoprire con i pezzetti di rabarbaro e poi con gli streusel che erano in frigo. Fare cuocere per 45 min almeno à 180° nel forno preriscaldato.
Ottima da portare in dono agli amici, questa torta è particolarmente deliziosa se gustata in compagnia.
Ma ognuno nel suo piatto.Rhabarberstreuselkuchen

Questo torta è dedicata a Matteo e Annalisa che hanno ricevuto in regalo quello che ne restava.


Certo, tutti gli articoli e le torte sono per te, anche quelli che non parlano tedesco.

Decisioni su fondo di pastafrolla, ricotta e cioccolato

Ultimamente ho fatto degli errori nuovi, e sebbene proprio questo fosse lo scopo di un anno intero, non ne sono tanto contenta. Ho sbagliato strada. Letteralmente, a piedi o in bici, niente immagini o poesia. Parecchie volte non ho girato l’angolo per tornare a casa mia. Oppure sono andata un po’ più in là e mi sono trovata in un senso unico. Peggio, ho girato in tondo.

Altri errori da segnalare ultimamente: ho aspettato l’ultimo giorno disponibile per inviare la mia candidatura al concorso per il servizio pubblico dell’Unione Europea, che viene se va bene una volta l’anno. Ma l’ho mandata e oggi ho fatto l’esame (con altri 50000 candidati, forse qualcuno di più).
Ho perso per distrazione il mio anello preferito, ma poi l’ho ritrovato attraversando tutta Bruxelles. Insomma, due settimane di errori riparabili.

E cosa si fa degli altri? Come si fa a vivere con una scelta stupida –oggi il vocabolario non è con me- soprattutto se importante? O forse l’opportunità mancata sembra tale solo perché non l’abbiamo colta?
Una cosa della quale non riesco a liberarmi sono gli errori passati: le presunte cattive decisioni. Così mi interrogo su cosa significhi sbagliare strada, o meglio, se sbagliare strada, a 24 o 27 anni, significhi qualcosa.

Gli sconosciuti mi rivolgono spesso spontaneamente la parola ed io segretamente li intervisto. Chiedo cosa ne pensino gli incontri da bar di un tardo pomeriggio delle loro strade sbagliate.
La giovane finlandese adorabile e ubriaca alle cinque, dice no, non ci sono strade sbagliate. Fa la fotografa, ma a settembre studierà agopuntura. Il vecchio professore sempre galante dice di no, e a settant’anni si ritrova a voler correggere la sua tesi di laurea di quarant’anni fa. Non ci sono strade sbagliate, solo diverse.
Vai avanti e basta.

Quando sbagli strada letteralmente, non figurativamente, te ne accorgi presto o tardi, fai inversione o al massimo prendi un’altra strada che ti porti lì dove volevi andare. Talvolta resti bloccato nel traffico però. O sei talmente in ritardo che non vale più la pena di arrivare.
Riconoscendo che sì, ho preso delle strade sbagliate, io mi sono detta che prenderò un’altra strada. Forse alla fine andrò pure da un’altra parte.
Ben presto radio e giornali riceveranno le mie proposte di collaborazione. Siccome scriverò anche a te, per favore, guarda la posta. Vedremo insieme dove mi portano. Di certo io mi porterò qualcosa da mangiare.

Torta di mascarpone, ricotta e pezzi di cioccolato
(non mi faccio mai mancare niente)

Questa torta è una citazione dal sito GialloZafferano di Sonia Peronaci, che vi consiglio caldamente! Ho variato solo poco la sua ricetta, quindi mi fa piacere citarla. Ecco però la mia versione.

Ingredienti:

350g di pasta frolla (nei prossimi post già in cantiere –o in forno?- vi spiego come farla, ma sappiate che c’è bisogno di braccia forti, quindi cominciate a irrobustirle con questa torta)

250g ricotta
250g mascarpone (che nei supermercati parigini è considerato prodotto di lusso!)
2 tuorli
200g zucchero
cannella
vanillina
10g (circa) fecola di patate
100g abbondanti di cioccolato fondente a pezzettini. Dichiarazione politica: sono contraria alle gocce di cioccolato. Costano di più e non ci si possono sporcare le mani tritando il cioccolato.

Come si fa:
Mescolare amalgamando con una forchetta, o una frusta per i più sofisticati, la ricotta, i due tuorli, lo zucchero, la cannella, la vanillina e la fecola. Aggiungere il mascarpone ed i pezzettini di cioccolato tritati a mano, meglio se con un coltello apposito cioè molto alto, così non lo squagliate tutto col calore delle mani.
Stendere la pasta frolla in una tortiera, io preferisco quelle da 22 cm, facendo in modo di coprire fondo e bordi (la crema sarà bella spessa) ma anche di avanzare un po’ di pasta per i decori.
Versare la crema di mascarpone e ricotta sulla pastafrolla, decorare con striscioline di pasta, la classica decorazione incrociata della crostata si sposa molto bene con questa torta.
Cuocere a 180° per 40 minuti. Controllare imperativamente a 30°: non vorrete certo bruciare i decori!

Sfornate, mangiate calda o fredda. Offritela agli amici, se arrivano di sorpresa. Oppure fingete di non essere in casa e mangiatela tutta.

Questa crostata è stata preparata pensando agli sconosciuti che mi rivolgono la parola e si lasciano intervistare (Questo mese si realizzano interviste segrete a Parigi, Milano, Leipzig e Delft), a Jan e Aurore che l’hanno già assaggiata, a Mirella e Simona che meriterebbero di assaggiarla, ed a Sabrina e Anna che hanno provato le mie ricette! Grazie!