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Let’s take a break. Prendiamoci una pausa.

[Testo in italiano in fondo]

January 2016

Unannopersbagliare officially takes a break. Well, I, Gaia, take a break from updating this blog. As you might have noticed I haven’t been posting for some time (or maybe you didn’t as I was never so consistent! 😉 ) and I don’t know when and if I start again.

The thing is, I feel that keeping this blog pushed me in the right direction, the one that I am following now. I needed that push so much at that time: I was going through a depression (even if I didn’t know it yet), and I struggled and fought to get a job I was unhappy with in the end… I needed to start over, allowing myself to make mistakes, as wanting to always do the right thing didn’t lead me far. And certainly didn’t make me happy.
Therefore, in late 2009, I decided I’d find my fresh start in what I’ve always loved doing: writing and cooking. I had just met Orso who had to leave for another continent and therefore I had picked up writing again.

More than six years on I moved to three new countries, I went back to university, I became a journalist (among many other other things!) I married Orso, I threatened to divorce him, I discovered the African and the American continents, I (finally!) lived in China and ate countless slices of cake.
Long story short: apart from my love of cakes, everything else in my life has changed.

That's so exactly me, right now. Ecco, questa sono io, adesso.

That’s so exactly me, right now.
Ecco, questa sono io, adesso.

Now writing and talking is my job: you can follow my media, communication and training work on gaiamanco.net and from there you can discover all the pretty and super-serious things I am doing with digital media.

My cakes now feature on my Instagram account, which is a tribute to my friends and family and how they are present in my everyday life, even if from so far away. And there are a lot of pretty pictures of home and travels.

My travels are featured in my shiny new podcast Accidentally in Joburg. It’s one of the projects I’m most proud of, 100% handmade by me, you should listen to it and follow it. Follow it!

I also try and give an original view of the African continent with my Yebo! radio show. As you notice, they are both in Italian, as I am exploring working more in my mother-tongue.

Of course, I always bring Lucy along, as you can see in the photoblog Lucy travels (Lucy and Gaia) as soon as I get the time to download thousands of pictures from 4 continents and 11+ years of travel.
In my travels, I have even found some fellow feminist bloggers with whom I created the thought-provoking Le Donne Visibili.

Every single of these projects started in a way or another here on unannopersbagliare, and I thank you for reading and supporting me.

I’m sure we’re going to meet again for an honest chat and a piece of cake.
See you,

Gaia


 

Gennaio 2016

Unannopersbagliare si prende ufficialmente una pausa. O meglio, io, Gaia, mi prendo una pausa dall’aggiornare questo blog. Non pubblico un nuovo post da molto tempo (non che sia mai stata molto puntuale, è vero) e non so se e quando ricomincerò.
Il fatto è che mi sembra che questo blog -e voi che lo avete letto- mi abbia spinta nella direzione giusta. Quando ho cominciato avevo bisogno di quella spinta: stavo attraversando una depressione (anche se all’epoca non lo sapevo) e avevo trovato a fatica un lavoro e una vita che credevo di volere e invece… Insomma: avevo bisogno di ricominciare, sbagliando, perché credere di fare tutto giusto non mi aveva portata lontano. E di certo non mi aveva fatta felice. Mi serviva una nuova partenza, ed avevo deciso di trovarla nelle cose che mi sono sempre piaciute, comunque: scrivere e cucinare. Avevo appena incontrato Orso che era subito partito per un altro continente e per questo avevo ripreso a scrivere.

Da allora ho traslocato tre volte in tre Paesi diversi, sono tornata all’università, sono diventata giornalista (e non solo!), ho sposato Orso, l’ho minacciato di divorziare, ho scoperto l’Africa e l’America, ho vissuto in Cina e mangiato tantissime torte.
Per farla breve: è cambiato tutto nella mia vita, tranne l’amore per le torte.

That's so exactly me, right now. Ecco, questa sono io, adesso.

That’s so exactly me, right now.
Ecco, questa sono io, adesso.

Adesso scrivo e parlo per lavoro: su gaiamanco.net potete restare aggiornati sul mio lavoro nei media e comunicazione (in inglese, italiano, francese e tedesco, non ancora in cinese!) e scoprire tutte le cose serie e interessanti che faccio e che mi piacciono.

Le torte si trovano sul mio account Instagram , che è un omaggio alla presenza della mia famiglia e dei miei amici nella mia vita di tutti i giorni in altri continenti. E ci sono anche un sacco di foto carine di dove vivo e dove vado.

Dei miei viaggi ora parlo nel mio nuovissimo podcast Accidentally in Joburg. E’ un progetto di cui sono fierissima, ascoltatelo e seguitelo, è fatto a mano da me dalla prima all’ultima parola. Seguitelo!

Cerco anche di dare una visione alternativa del continente africano con la rubrica radiofonica Yebo! Entrambi i radio-progetti sono in italiano, anche questa è una nuova sperimentazione.

Porto sempre Lucy con me, ovviamente, come si vede nel photoblog Lucy travels (Lucy and Gaia), anzi come si vedrà quando avrò tempo di scaricare le migliaia di foto che le ho fatto in questi 11 anni insieme!
Ah, ho anche finalmente trovato delle amiche blogger e femministe, ed insieme abbiamo creato Le Donne Visibili.

In un modo o nell’altro, ognuno di questi progetti è nato su questo blog, quindi vi ringrazio per avermi letta e sostenuta.

Sono sicura che ci rivedremo per una confidenza ed una fetta di torta.
A presto,

Gaia

Scenes from a European marriage: Breakfast

[English text below]

Anche se non l’ha detto io l’ho capito, che oggi è stato il giorno più bello della sua vita. L’ho visto nei suoi occhi, quando mi ha detto: “C’è il Müsli in offerta al supermercato, non è mai costato così poco” Così abbiamo preso lo zaino, le borse, i cestini aggiuntivi delle biciclette. Siamo arrivati a casa con 14 scatole e lui, con ancora gli occhi che brillavano mi ha detto: “Io ci torno anche domani”

Orso and his Müsli at home
Sono sicura che se mai avremo figli Müsli verrà fuori nella rosa dei nomi.

Even if he didn’t say so, I knew it. I knew it was the best day of his life. I saw it in his eyes, when he told me: “The Müsli is on offer at the supermarket. It has never been so cheap!” We took the backpack, the bags, the additional bike baskets and we came back home with around 14 boxes of Müsli. His eyes were still glittering when he told me: “I go back tomorrow”.

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I am sure that if we ever have kids, Müsli will come up among the baby names.

S. Valentine’s purple crumble

Come scrivo ogni volta che pubblico un post tematico: i post tematici attirano un sacco di traffico, fatevene una ragione.

Crumble viola di S. Valentino: pronto!

Essendo una persona che passerebbe la vita a mangiare torte come se fosse sempre un’occasione speciale, a fare e ricevere i regali tutti i giorni come fosse Natale, ed a guardarsi romanticamente negli occhi e tenersi per mano* con l’amato marito Orso ogni sera come sarebbe prescritto dalla ricorrenza di oggi, il concetto di occasione speciale in sè mi tocca così così.

Però domenica ho fatto una torta che è venuta fuori colorata ed ho deciso di usare gli stampi a forma di cuore che mi hanno regalato M&A. Semplice, buonissima e bella, farà fare una gran figura con l’amato/a.

Ho scritto il titolo in inglese così mi vergogno meno di aver scritto un post di San Valentino.

Crumble violetto di San Valentino

Ingredienti per il crumble viola di S. Valentino

Ingredienti
120g burro
120g farina
140g zucchero
3 mele
200 g mirtilli
cannella
fiori di lavanda (se vuoi)

Preparazione del crumble viola di S. ValentinoAmmorbidire il burro a temperatura ambiente. Sbucciare le mele e tagliarle a cubetti. Saltare in padella i cubi di mela e i mirtilli con un poco di burro e due cucchiai di zucchero. Adesso succede una cosa buffa: le mele si colorano di un bel viola. Saltare la frutta per soli 5 min e aggiungere una piccola manciata di fiori di lavanda. Attenzione: mangiare la lavanda non piace a tutti, a molti sembra di mangiare sapone. In quel caso non metteteli, facile, no?

Preparazione del crumble viola di S. Valentino

Disporre le mele e mirtilli in una teglia, magari a forma di cuore. Mescolare con le mani il burro, lo zucchero rimasto, la farina e mezzo cucchiaino di cannella. Non scaldare troppo l’impasto con le mani: devono formarsi dei bricioloni. Se l’impasto fosse troppo molle, lasciarlo dieci minuti in frigo.

Preparazione del crumble viola di S. ValentinoRicoprire la frutta con il briciolame (delizioso, provate ad assaggiarlo). Infornare a 190° per 18 minuti.
Servire tiepido con della panna montata, magari nel pomeriggio con un tè. Che poi  un invito per il tè è molto più raffinato della solita cena.

Crumble viola di San Valentino

*per chi non riconosce la mia idea di romanticismo nel “guardarsi negli occhi e tenersi per mano”: la mia più assidua lettrice è mia mamma. Ci siamo capiti.

Pavlova di capodanno

Tagliamo corto. Siete venuti per la torta.
Per avere un’idea per la cena di Capodanno che non sia il solito pandoro/panettone condito con la crema al mascarpone. Ho visto questa torta sulla copertina di una rivista (la Cucina Italiana) mentre ero in Italia, mi è sembrata subito buonissima ma con una forma poco pratica, così ho deciso di rifarla a modo mio: più semplice e più facile da tagliare in piccole fette.
E poi è sempre una torta Pavlova…
Non vi devo rispiegare la storia della Pavlova, vero?
Pavlova al cacao e frutti di bosco

Ingredienti: 
4 albumi medi
200 gr zucchero (per fare una buona meringa di solito uso 50-60 gr. di zucchero per tuorlo)
250 ml panna da montare
150 gr cioccolato fondente (quello chiamato “per copertura” va benissimo)
10 gr burro
20 gr cacao
Un melograno: serviranno circa la metà dei chicchi di un melograno grosso, quelli che vi restano possono essere aggiunti all’insalata
100 gr mirtilli blu, perché sono buonissimi con panna e meringa

Siccome la meringa impiega almeno un’ora e mezza a cuocere, io l’ho fatta la sera prima di servire la torta, quindi potresti prepararla stasera mentre perfezioni la lista della spesa per il menu di domani.

Albumi montati a neve fermissima

Montare gli albumi con un pizzico di sale. Quando sono ben montati aggiungere poco a poco lo zucchero. Bisogna avere pazienza, non si deve abbandonare fino a che gli albumi sono così sodi che si può girare la ciotola a testa in giù e loro rimangono attaccati al fondo (girare in fretta la ciotola, mi raccomando!). Aggiungere il cacao setacciandolo con un colino per evitare i grumi e ammirare la meringa che si colora.

Adesso la parte divertente: con un spatola disporre la meringa sulla carta da forno. Rovesciarla in un punto e poi espanderla fino a formare una torta di circa 20 cm di diametro con un avvallamento in mezzo. Come una quasi ciambella. Insomma, così:

Meringa al cacao

Cuocere nel forno un po’ aperto a 120° per un tempo che, davvero, dipende dal vostro forno. Diciamo dall’ora alle tre ore, non scherzo! Tenere il forno un po’ aperto -poco, ad esempio mettendo il manico di un cucchiaio di legno a impedire la chiusura- permette alla meringa di seccarsi senza bruciarsi. La meringa deve seccarsi completamente sopra, ma restare appiccicaticcia sotto.

Una volta cotta e raffreddata la meringa, preparare il ripieno al cioccolato per riempire l’avvallamento centrale della meringa.

Sciogliere il cioccolato con il burro versandoci sopra 100 ml di panna, mescolare fino a che i tre ingredienti non formeranno una crema lucida (ganache) e deliziosa.

Meringa, ganache, panna e frutti natalizi

Riempire il centro della torta con questa crema al cioccolato, sempre con la spatola, lasciando uno strato spesso dappertutto.
Lasciare raffreddare la torta e nel frattempo  montare la panna restante con un pizzico di vaniglia. Ricoprire la torta con un generoso strato di panna e spargere casualmente chicchi di melograno e mirtilli sulla torta e sul piatto.

Pavlova delle feste pronta

Astuzia: la meringa si incollerà alla carta da forno, se provate a staccarla romperete la torta. E’ più facile staccare le fette di torta già tagliate. Quindi meglio tagliare la carta in eccesso per “nascondere” la carta da forno al momento di servire.

Avendo usato panna senza lattosio e neanche un grammo di farina, questa torta è adatta a chi soffre di intolleranza al glutine (celiachia) ed al lattosio (cioè io).

Pasqualina va in Germania

Pasqua tedesca a Lipsia. Oggi ho fatto la mia prima caccia alle uova (in casa, vedi nota meteorologica sotto), ho dipinto le uova ed ho decorato il primo albero  -beh, una pianta d’appartamento- di uova. Decorare l’albero di uova non so se sia un’usanza tedesca o se i locali -cioè Orso- si siano fatti beffe della mia voglia di integrazione. Le uova che abbiamo usato per la caccia erano quelle di cioccolato portate dall’Italia, e le uova che abbiamo dipinto le abbiamo poi usate nella torta Pasqualina. Come dire, il meglio dei due mondi. Ma siccome in Germania ho anche ricevuto dei regali, la Pasqua tedesca vince.

Tre delle uova dipinte sono stata prima svuotate facendo due buchi alle estremità e soffiando fuori il contenuto: le abbiamo usate per l’omelette alla Orso a colazione. Tre le abbiamo bollite, dipinte e poi usate -sgusciate- nella torta. Abbiamo usato colori alimentari, eh!

Torta Pasqualina

Torta salata di Pasqua con spinaci e uova

Questa torta tradizionale si presta benissimo al picnic del lunedì di Pasqua. Che qui si traduce in picnic sul tappeto del soggiorno, visto che ieri ha nevicato (nota meteorologica).

Ingredienti

380 gr di spinaci surgelati, ché oggi tutti i fruttivendoli sono chiusi
un rotolo di pasta sfoglia pronta, perché nella vita bisogna saper chiedere aiuto
400 gr di ricotta, a trovarla vivendo in un mondo in cui i formaggi hanno una sola forma: quadrata
2-3 cucchiai di parmigiano grattugiato

un grosso spicchio d’aglio, o due piccoli
25 gr di burro
sale, pepe, noce moscata
tre uova sode
un uovo crudo

Gli spinaci sono le uniche verdure che entrano a casa mia surgelate e la pasta sfoglia è l’unica base che compro già fatta: mi sto giustificando un po’ troppo? Excusatio non petita… sono pigra, ma ho fatto le scuole grosse.
Scongelare gli spinaci, magari in anticipo (la regola vorrebbe: il congelamento più veloce possibile, lo scongelamento più lento possibile).
Soffriggere l’aglio tagliato a pezzi grossi nel burro e poi insaporire gli spinaci saltandoli nel burro per 8 minuti -se già ben scongelati, se no un po’ di più-.
“Quanto?”
Non lo so. Dipende dagli spinaci, dalla padella, dai fuochi, da te, non posso fare tutto io.
Ricordati di salare e pepare gli spinaci a tuo gusto e di eliminare l’aglio a cottura finita.

Mentre si fanno raffreddare gli spinaci stendere la pasta sfoglia nella teglia (quella da 22 cm di diametro è la mia preferita) imburrata o ricoperta di carta da forno. Di solito la carta da forno è inclusa nella confezione di pasta sfoglia. Ricavare dalla pasta anche dei bordi alti circa tre dita, o forse due, io ho le mani molto piccole. Tenere da parte la pasta rimasta per coprire e decorare la torta.

Mescolare la ricotta agli spinaci, aggiungere la noce moscata, ed altro sale e pepe se serve. Siate generosi. Aggiungere l’albume dell’uovo crudo all’impasto. Non è indispensabile, ma aiuta a legare il ripieno e più avanti nella ricetta avremo bisogno del tuorlo. L’idea di aggiungere l’albume mi è venuta perché non mi va di buttarlo ed oggi non ho voglia di fare meringhe: ho ancora una crostata al cioccolato e fave tonka da smaltire e stasera devo preparare il ragù per le lasagne che ho portato dall’Italia. Una pensa di avere un hobby, e senza accorgersene è già una schiavitù.

Aggiungere anche il parmigiano al ripieno. E’ la prima volta che aggiungo il parmigiano nella mia torta di Pasqua, e solo grazie ad Orso. I formaggi mi ripugna anche solo toccarli ma il ripieno viene più saporito col parmigiano (ed anche le lasagne). Così Orso, che pure odia anche lui i formaggi, lo ha grattugiato per me. Insomma, il romanticismo applicato alla vita quotidiana ovvero il matrimonio in tutta la sua utilità.

Dopo aver ben mescolato ed insaporito l’impasto versarlo sulla pasta sfoglia. Dopo averlo steso sulla pasta ricavare sei “buchi” nel ripieno ad uguale distanza gli uni dagli altri.

Sgusciare le uova sode (per un uovo sodo ci vogliono otto minuti di cottura dal bollore dell’acqua) e tagliarle a metà per il lungo (come si tagliano di solito, per capirci). Io le ho bollite prima di preparare la torta e poi le abbiamo dipinte: erano così belle che le ho sgusciate a malincuore. Ma fra gli occhi e la pancia, la pancia vince sempre. Posare ciascuna metà-uovo in ognuno dei buchi, e ricoprire col ripieno. Le uova devono nascondersi nel ripieno.

Coprire la torta con i ritagli di pasta rimasti e spennellare con il tuorlo d’uovo. Infornare a 190° per 35 minuti, poi abbassare la temperatura a 180° e continuare a cuocere per altri 7 minuti. Servire tiepida o fredda, quando la si taglia le uova nascoste provocheranno l’effetto “oohh!” dei commensali: il tedesco non gestisce bene lo stupore e la sorpresa, io vi ho avvertiti.

Il dolce di Natale dalla memoria lunghissima (Stollen – Weihnachtsstollen)

Il dolce di Natale quest’anno ha la memoria lunga, due settimane almeno. Per un dolce mi sembra una gran cosa.

Gli ingredienti per lo Stollen

Io ho la memoria lunghissima oppure inesistente. Non mi ricordo “più o meno” di esser stata in un posto. Mi ricordo tutti i dettagli, mi ricordo di come ero vestita e delle parole che hai usato, una per una. Come Funes di Borges, sono prigioniera di tutte le cose insignificanti che ricordo.
Oppure non ricordo niente. Ma proprio niente, come una rockstar degli Anni Settanta, senza la vita da rockstar però. E senza gli anni Settanta.

Così, ogni volta che mi arrabbio perché non mi hanno messa al corrente di qualcosa aggiungo: “a meno che tu me l’abbia detto e io l’abbia già dimenticato, in quel caso allora scusa”.

In pratica ho una memoria selettiva, ma capricciosa. Non mi ricordo le liti ad esempio, così ci passo sopra in fretta, ma neanche le riconciliazioni e le scuse, così serbo rancore infinito.
Mi ricordo bene ciò che ho detto e mi imbarazza anche oggi, anche se avevo 15 anni, e tutti abbiamo avuto 15 anni ad un certo punto.
Talvolta la memoria è un gioco da fare in autobus, tipo ricordare una poesia lunga che pareva dimenticata da anni o la voce registrata della metropolitana di Praga dieci anni fa.
Talvolta il gioco è tortura per chi mi sta di fronte, perché mi trasformo nel suo specchio: non negare, io mi ricordo.

La memoria si trasferisce sugli oggetti e quindi ad ognuno dei mille traslochi (no, circa sette, ma in sei anni, quindi sembrano mille) devo buttare via un sacco di cose. Ieri sera in un film la protagonista sfogliava un libro, tornata a casa voglio farlo anch’io ma non ce l’ho più: apparteneva alla storia di un amore passato e l’ho buttato. Troppi ricordi.

Così, quando servirò questo dolce ci saranno dentro almeno tre settimane, dalla domenica lunghissima in cui io e Orso lo abbiamo preparato, al giorno di Natale.

Weihnachtsstollen – Stollen di Natale- (tipico dolce sassone di Natale, alcuni dicono originario della città di Dresda)

Ingredienti per due grossi Stollen.
Due, perché due? Perché a Natale è sempre in tanti, perché anche se non siete in tanti lo Stollen si conserva per molte settimane, perché ci vuole un pomeriggio buono a farlo quindi tanto vale farne un po’. Perché io e Orso siamo in due e viviamo in un matrimonio talvolta molto competitivo: il mio Stollen è venuto più bello, ovviamente.

700 g Farina di grano tenero (quella bianca, 00)
300 g Farina di segale
400 g Burro ammorbidito a temperatura ambiente
100 g Burro chiarificato. Si tratta di burro a cui è stato lasciato solo il grasso: è consigliato per le alte temperature e la conservazione. Dovreste  trovarlo in vaschette o panetti al supermercato accanto al burro. Se no lo potete fare a mano. O usare il burro normale, ma questo limita la conservazione del dolce.
200 ml Latte
200 g Zucchero
120 g Lievito fresco (corrisponde a 3 cubi di lievito)
ca. 10 g Sale
3 cucchiaini spezie: Cannella, semi di cardamomo tritato, polvere di noce moscata, polvere di chiodi di garofano
Un baccello di vaniglia
La buccia grattuggiata di un limone
600 g uvette (noi abbiamo usato quelle di Corinto, perché? vedi: albicocche)
200 g Mandorle tagliate per il lungo (non a lamelle, a pezzetti)
150 g  Albicocche secche (le nostre venivano dalla Turchia: Orso si è dato allo shopping online di gastronomia)
4 cucchiai di Rum Cubano, che non è proprio-proprio il liquore tipico della Sassonia, ma è quello che paradossalmente più si sposa con la ricetta tradizionale

Per la copertura:
150 g Burro chiarificato
100g Burro
100 g Zucchero a velo
Pellicola trasparente per alimenti (non si mangia, ma te lo scrivo qui perché così non arrivi alla fine per poi accorgerti che ti manca).

La reazione del lievito!Marinare l’uvetta per due ore nel rum. Mettere le farine (1kg!) in una grossa ciotola, fare un buco al centro e mettere i tre panetti di lievito. Versare il latte riscaldato sul lievito, aggiungere un cucchiaio di zucchero ed ammirare la reazione per trenta secondi. Mescolare gentilmente il lievito con un po’ della farina che lo circonda, non tutta. Ammirare la reazione del lievito con la farina per altri 30 minuti. In questa mezz’ora si possono anche fare altre cose, ma il lievito che si muove è proprio divertente da guardare.

Impasto per lo StollenAggiungere tutti gli ingredienti tranne la frutta e mescolare bene. Aggiungere la frutta secca e mescolare ancora meglio: la cucina talvolta è meglio della palestra (la cucina è sempre meglio della palestra, altroché). Coprire con uno strofinaccio e lasciare lievitare per un’ora e un quarto.

I due StollenDividere l’impasto a metà con le mani e farne due grossi filoni da adagiare su una teglia da forno (imburrata solo se serve, io ed il mio forno professionista e professionale non ne abbiamo bisogno ad esempio). Questi sono gli Stollen, appunto. Lasciare riposare altri 45 minuti. Sono già quattro ore e mezza che siamo in ballo.

Riscaldare il forno a 155° gradi ed infornare i due Stollen per 55-60 minuti. Lo Stollen è pronto quando passa la prova dello stecchino: se infili uno stecchino al centro esce asciutto. La casa profuma dappertutto di Natale.

Stollen inzuccheratiSciogliere il burro (e il burro chiarificato) della copertura e forare gli Stollen un po’ dappertutto con un ferro da maglia. Spennellare gli Stollen con il burro fuso, facendo attenzione a farlo penetrare bene nei fori. Coprire con uno strato sottile e uniforme di zucchero a velo e fare raffreddare. Solo quando il dolce si è raffreddato ben bene, coprire uniformemente con una strato spesso ed uniforme di zucchero a velo. Avvolgere ciascuno Stollen in metri e metri di pellicola trasparente, sistemare in un luogo buio e secco (una dispensa) per circa due settimane, perché lo Stollen catturi bene tutti i sapori ed i ricordi di Natale. Quali sono i vostri? Si conserveranno come lo Stollen per tutto gennaio?

Stollen impacchettatoI tempi di attesa sono lunghi, ma mentre si aspetta di può decorare l’albero, fare le liste dei regali oppure impacchettarli. O guardare fuori dalla finestra e ricordare.

Muffin all’errore

La storia è dentro la ricetta. O la ricetta è dentro la storia, dipende da che lato le guardi. In entrambe è nascosto, neanche tanto, l’errore.

Muffin all’errore: senza cranberries e con pezzi di cioccolato.

Muffin all'errore con cioccolato e senza cranberries

Ingredienti

100g  formaggio fresco (tipo philadelphia)
250g zucchero
170g cranberries (che verranno poi buttati via. Sì, hai letto bene)
200g farina
mezza bustina di lievito (quante volte te lo devo dire che una bustina serve per 500 g di farina?)
2 uova
75ml olio di semi
aroma di vaniglia
per sostituire i cranberries e riparare all’errore: 70g di cioccolato

Questi sono muffin ai cranberries. I fruttini dentro però non ci sono. Al posto ho messo la cioccolata. Succede che talvolta qualcosa non funziona e mentre si è in viaggio bisogna bruscamente cambiare strada, abbandonare i bagagli e magari pure proseguire a piedi. Succede che era pure la strada sbagliata e ci siamo allontanati. Io, dopo aver guardato con disperazione la strada vuota  so proseguire a piedi. Ma i bagagli, quelli che non volevo ma ho dovuto e scelto di lasciare per strada mi tormentano. Quelli che ho deciso di portare invece pesano inutilmente. Insomma, più cerco di riconciliarmi con gli errori più loro ritornano su, come la cipolla.

Cranberries freschiCominciamo. Sbattere il formaggio con 25g di zucchero. Mettere il composto in frigo per farlo diventare più duro. Cuocere i cranberries con 25g di zucchero fino a che scoppiettano, mescolare e lasciar raffreddare. Assaggiare e se vi fanno schifo come a me, buttare via. Se no, buttali via comunque, credimi, che col cioccolato la ricetta viene meglio.
Ma perché devo comprare e cuocere i cranberries se poi tanto non li uso? Ottima domanda (e molto ben posta, direbbe alla radio l’amico M.). Neanche io li avrei comprati e preparati se avessi saputo che alla fine sarebbero stati immangiabili: però non c’era modo di saperlo prima mannaggia.
Perché cercare il pretesto di attaccare bottone con qualcuno per poi trovarsi due anni ed una storia d’amore dopo a cambiare strada quando lo vedi passare? Perché hai studiato tanto per fare un lavoro che non ti piace?

Vedo che mi hai capita.

impasto dei muffin con cioccolato Mescolare lo zucchero che resta, la farina, il lievito e un pizzico di sale. Tritare grossolanamente il cioccolato. Aggiungere le uova, l’olio, la vaniglia ed infine il cioccolato al composto di farina. Mescolare bene fino a che il composto si fa lucido e delizioso. Assaggiare per sicurezza.

Riempire con l’impasto gli stampini da muffin per due terzi  (i miei sono di silicone, ma di carta infilati nella teglia da muffin vanno benissimo), dovrebbero venirne una decina, a me ne sono venuti nove: mi sa che mi sono mangiata troppo impasto. Fare col pollice un buco in mezzo ad ogni muffin e posare una cucchiaiata di formaggio zuccherato.
Infornare a 170° per 20-25 minuti.

Muffin all'errore pronti per essere infornatiMagari i cranberries che ho comprato non erano buoni o semplicemente il sapore della salsa di cranberries non mi piace. Per scoprirlo ho sprecato un po’ di zucchero e di tempo, ed ora ho una pentola incrostata che mi guarda. Però almeno adesso lo so. E poi il profumo che usciva dalla pentola era buonissimo.  Per un po’ è stato bello. Per il resto c’è sempre la cioccolata.

Torta segreta alla Nutella

S. dice che se apri la dispensa dei bicchieri di una qualunque cucina italiana, senza distinzione sociale o  geografica, ci troverai almeno un bicchiere della Nutella, spesso disegnato. La Nutella in Italia trascende tutto. Ma pensa se un giorno aprissi un cassetto della scrivania e saltasse fuori un esercito di vasetti di Nutella…  A questo mi sa che neanche S. sarebbe preparata.  Questo è quello che è successo a me.

Quando ho lasciato Parigi, ho buttato via undici bicchieri della Nutella (tre li ho tenuti, c’erano sopra i Peanuts, il che li ha salvati anche dal recente trasloco Anglo-Sassone. Letteralmente: dall’Inghilterra alla Sassonia).
La Nutella costa pochissimo in Germania, un euro circa il barattolo da 400 grammi in alcuni supermercati. Nei negozi vicino a casa mia però, la Nutella non c’è: siamo bobos (bourgeois-bohemien), radical, liberal, o come vuoi da fare schifo qui, mica scherzi, in pratica puoi solo comprare patè di noccioline cresciute in libertà e che non hanno subito traumi alla raccolta: kill me now.

Eppure noi per una ragione misteriosa ci ritroviamo con cinque o sei vasetti di Nutella pieni da smaltire.  Orso la guarda con terrore: speriamo che non lo sappiano i vicini.  Io non la posso mangiare da sola tutta questa Nutella (No, tu non la puoi mangiare e basta, risponde Orso, unico uomo che possiede il segreto del mio peso). Così, decido di fare quello che tutte le persone di buon senso fanno quando si trovano di fronte ad un problema: ne ho fatto una torta.

In questa torta non ci sono né uova né burro, perchè la Nutella fornisce tutto il grasso necessario alla preparazione (il che in effetti dà da pensare)

Ingredienti
200 g di farina
50 g di Maizena
1 cucchiaio di cacao amaro (o una bustina di preparato per cioccolata in polvere, altro ingrediente altrimenti bandito dalla mia dispensa: è una vita difficile)
mezza bustina di lievito per dolci
80 g di zucchero
300 ml di latte
200 g di Nutella

Mescolare in una ciotola la farina, la fecola, il lievito, il cacao e lo zucchero. Se usi il cacao in polvere invece del preparato per cioccolata allora forse dovrai aggiungere dieci grammi di zucchero.

Scaldare la Nutella a bagnomaria. Questa è la parte più bella, guarderei il cioccolato sciogliersi per ore, come si fa con la lavatrice (forse devo riattaccare la TV. Ma ancora, che diranno i vicini?). La Nutella si trasformerà in una crema liquida, lucida e bellissima.
Unire il latte versato poco a poco (perchè così è più facile amalgamarli) e mescolare. Versare il latte nutellato sul composto di polveri, lentamente, perché si formano facilmente grumi.  Versare il composto in una teglia imburrata e infarinata e  infornate nel forno già caldo a 180° per 45 minuti. La torta è pronta per innumerevoli colazioni, ed il vicino alternativo non farà che domandarne ancora.

Naturalmente la mia è una supposizione, non l’ho offerta a nessun vicino.

Take a leap! And a piece of cake

E’ di nuovo quel momento. Il momento in cui poter fare tutto. Il momento in cui hai preparato la valigia e bisogna partire. Io oggi, dopo aver consegnato l’ultimo pezzo della mia tesi, non riesco a combinare niente di sensato, a meno che non si consideri sensato mettersi al passo con le serie tv che sono andate in onda quando avevo di meglio da fare. Oggi è di nuovo quel momento tanto atteso in cui finalmente hai tutto il tempo per scrivere e da oggi in poi ogni giorno scriverai qualcosa, neanche fosse settembre in anticipo. Oggi è il momento in cui l’ispirazione se n’è andata e sembra per sempre.

Io ho deciso un anno fa: sono venuta in questa città comoda dove sembra sempre leggermente autunno anche col bel tempo per imparare a raccontare le storie, per commettere gli errori giusti. E ci sono riuscita: non saprei giudicare altrimenti il fatto di aver cominciato a lavorare prima di aver preso quest’ennesima laurea. Insomma, magari te lo aspetti da un ingegnere, ma meno da una giornalista in un paese straniero. Però, ricorda, non ho mai detto di non essere brava. Il lavoro di quest’anno mi ha  portata su un nuovo trampolino, anzi un trapezio da circo. Non ho avuto dubbi salendo. Adesso però ho paura. Ho paura dei traslochi che verranno, delle case da trovare in tre-quattro nuove città, dei lavori da cercare, dei cento no e due forse, dei complimenti senza un seguito, di non sapere come va finire.
Leggo sempre un po’ la fine dei libri, ma non in caso muoia prima come Billy Cristal in Harry ti presento Sally. Sfoglio qualche pagina alla fine del libro per avere un’idea che finisca. Non bene o male, semplicemente sapere che finirà in qualche modo mi rassicura.
Take a leap, dicono, the net will appear. Fai il salto e la rete apparirà sotto di te.

Questo è il momento in cui non si fa neanche la spesa, figurati una torta. La differenza oggi è che sapevo che sarebbe arrivato, quel momento. Così, ho cucinato in anticipo. E la rete non si vede oggi e probabilmente non si vedrà neanche domani. Però, in qualche modo, ad un certo punto appare.

Potrò presto migrare verso centoeunaricettaalrabarbaro.net di questo passo. Ma i desideri di compleanno non si discutono, soprattutto quelli di Orso.

Crostata di rabarbaro e fragole

Torta al rabarbaro e fragole con sfondo di regali di compleanno

Ingredienti
Pasta frolla:
250g farina più un po’.
2 tuorli
2 cucchiai zucchero a velo
2 cucchiai acqua
sale

Ripieno: 300g rabarbaro sbucciato
10 grandi fragole
1 uovo e 1 tuorlo
150g zucchero
200ml panna
zucchero vanigliato

Preparare la pasta frolla mescolando farina e zucchero a velo. Aggiungere il burro ammorbidito (non sciolto! Non fare come se fosse la prima volta che prepariamo una pasta frolla!). Versare l’acqua e i tuorli nel composto a fontana. Ma perché poi si dice a fontana? La montagna di farina e burro con il buco in mezzo assomiglia molto di più ad un vulcano!

Ingredienti per la torta rabarbaro e fragole di compleanno

Impastare con la punta delle dita (non col palmo perché il calore delle mani scioglie il burro). Formare una palla, avvolgerla nella pellicola trasparente e metterla in frigo. Lo so, la faccio facile io. Se la pasta fosse troppo molle e appiccicosa aggiungere farina o zucchero. Se fosse troppo dura e farinosa aggiungere acqua. Dovrebbe avere una consistenza tale da poterla lanciare al proprio aiuto cuoco. Che poi nel mio caso è sempre Orso. La palla di pasta deve restare in frigorifero per almeno un’ora, ma due sarebbero meglio.

Far marinare il rabarbaro a pezzetti e le fragole anche loro a pezzetti con 50g di zucchero. Mescolare la panna, l’uovo, il tuorlo, 100g di zucchero e lo zucchero vanigliato.

Stendere la pasta in una teglia imburrata apribile. Versare la frutta sul fondo e ricoprire con la crema. Infornare a 180° per 50 minuti. Lo so è tanto, però nel frattempo si possono impacchettare i regali o fare la ceretta, dipende dal compleanno.

Torta al rabarbaro e fragole pronta per essere mangiataProbabilmente ci saranno refusi: tutto questo è stato scritto ascoltando una radio francese che trasmette musica inglese. Oggi va così.

Al quel lettore, fra i miei venticinque, cui siano venute strane idee: io sono molto più giovane di Orso. 

Going German: Torta al rabarbaro

Maggio in Germania è la stagione degli asparagi bianchi e del rabarbaro. Maggio per me è il mese di Lipsia.
Cioè, è solo la seconda volta in due anni che mi trovo a Lipsia in maggio. Ma in questi anni sbagliati  in cui l’orizzonte più lontano è di un mese o due, sembra già una tradizione.
L’anno scorso  era la prima volta, l’anno prossimo forse sarà un’abitudine.
E quindi da Lipsia un’altra torta col rabarbaro.

Ingredienti
Pasta:

180 gr farina più una manciata per impastare
125 gr burro
un pizzico di sale
80 gr di zucchero a velo più una manciata per impastare
2 piccole uova
scorza grattuggiata di limone
Legumi secchi per cuocere a vuoto
Ripieno:
600 gr di rabarbaro
100gr di lamponi
100 gr di zucchero
2 uova
30 gr farina
40 gr zucchero
vaniglia
200 ml panna fresca
200 ml latte

Amalgamare gli ingredienti per la pasta, prima con un cucchiaio di legno, poi con le mani. E’ probabile che la pasta sia troppo collosa e si appiccichi perniciosamente alle mani. In questo caso aggiungere farina e zucchero a velo come fosse borotalco, per asciugare e poter tenere in mano la palla di pasta. Quando la pasta è sufficientemente compatta per farne una palla, avvolgetela con la pellicola trasparente e lasciate riposare in frigorifero per almeno un’ora, meglio se quattro: la pasta fredda sarà più facile da stendere.

Sbucciare (pelare?) il rabarbaro con cura e sottofondo di musica classica. Prima di preparare la torta sono andata all’Opera di Lipsia a vedere Der Freischutz in forma konzertant (concertante?) cioè senza costumi né scenografie, solo orchestra e cantanti. In tedesco, per due ore. Non mi sono annoiata però: ho guardato tutti i musicisti, uno ad uno, come si resta ipnotizzati dai vestiti colorati nella lavatrice o dalle foglie in autunno.
Tagliare il rabarbaro a pezzetti, metterlo su una teglia da forno  con i lamponi e coprirli con lo zucchero.  Lasciarli sudare (come fanno le melanzane col sale o Orso quando porta le mie valigie) per due ore, poi metterli in forno a 160 gradi fino a che il rabarbaro si ammorbidisce, pur restando intero.
Stendere la pasta con un mattarello e rivestire il fondo e i bordi di una bellissima teglia da forno da 22 cm,  se avete la fortuna di avere un’amica che ve ne ha regalata una bellissima. Ricoprire la pasta con della carta da forno e riempire la torta di legumi secchi, per non far crescere la torta durante la cottura a vuoto. Cuocere a vuoto a 180° per 20 minuti, senza allontanarsi troppo dal forno.
Preparare la crema mescolando le uova, la farina lo zucchero la vaniglia (in baccello, liquida o in polvere) la panna e il latte.
Spennellare la base della torta con un tuorlo d’uovo e versare il composto di frutta e poi aggiungere la crema… ma questa torta non finisce mai!

 Infornare a 160 ° per un quarto d’ora. Mangiare all’ora del tè, sulla strada per l’aeroporto o in aereo facendo invidia ai vicini condannati ai salatini.