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Take a leap! And a piece of cake

E’ di nuovo quel momento. Il momento in cui poter fare tutto. Il momento in cui hai preparato la valigia e bisogna partire. Io oggi, dopo aver consegnato l’ultimo pezzo della mia tesi, non riesco a combinare niente di sensato, a meno che non si consideri sensato mettersi al passo con le serie tv che sono andate in onda quando avevo di meglio da fare. Oggi è di nuovo quel momento tanto atteso in cui finalmente hai tutto il tempo per scrivere e da oggi in poi ogni giorno scriverai qualcosa, neanche fosse settembre in anticipo. Oggi è il momento in cui l’ispirazione se n’è andata e sembra per sempre.

Io ho deciso un anno fa: sono venuta in questa città comoda dove sembra sempre leggermente autunno anche col bel tempo per imparare a raccontare le storie, per commettere gli errori giusti. E ci sono riuscita: non saprei giudicare altrimenti il fatto di aver cominciato a lavorare prima di aver preso quest’ennesima laurea. Insomma, magari te lo aspetti da un ingegnere, ma meno da una giornalista in un paese straniero. Però, ricorda, non ho mai detto di non essere brava. Il lavoro di quest’anno mi ha  portata su un nuovo trampolino, anzi un trapezio da circo. Non ho avuto dubbi salendo. Adesso però ho paura. Ho paura dei traslochi che verranno, delle case da trovare in tre-quattro nuove città, dei lavori da cercare, dei cento no e due forse, dei complimenti senza un seguito, di non sapere come va finire.
Leggo sempre un po’ la fine dei libri, ma non in caso muoia prima come Billy Cristal in Harry ti presento Sally. Sfoglio qualche pagina alla fine del libro per avere un’idea che finisca. Non bene o male, semplicemente sapere che finirà in qualche modo mi rassicura.
Take a leap, dicono, the net will appear. Fai il salto e la rete apparirà sotto di te.

Questo è il momento in cui non si fa neanche la spesa, figurati una torta. La differenza oggi è che sapevo che sarebbe arrivato, quel momento. Così, ho cucinato in anticipo. E la rete non si vede oggi e probabilmente non si vedrà neanche domani. Però, in qualche modo, ad un certo punto appare.

Potrò presto migrare verso centoeunaricettaalrabarbaro.net di questo passo. Ma i desideri di compleanno non si discutono, soprattutto quelli di Orso.

Crostata di rabarbaro e fragole

Torta al rabarbaro e fragole con sfondo di regali di compleanno

Ingredienti
Pasta frolla:
250g farina più un po’.
2 tuorli
2 cucchiai zucchero a velo
2 cucchiai acqua
sale

Ripieno: 300g rabarbaro sbucciato
10 grandi fragole
1 uovo e 1 tuorlo
150g zucchero
200ml panna
zucchero vanigliato

Preparare la pasta frolla mescolando farina e zucchero a velo. Aggiungere il burro ammorbidito (non sciolto! Non fare come se fosse la prima volta che prepariamo una pasta frolla!). Versare l’acqua e i tuorli nel composto a fontana. Ma perché poi si dice a fontana? La montagna di farina e burro con il buco in mezzo assomiglia molto di più ad un vulcano!

Ingredienti per la torta rabarbaro e fragole di compleanno

Impastare con la punta delle dita (non col palmo perché il calore delle mani scioglie il burro). Formare una palla, avvolgerla nella pellicola trasparente e metterla in frigo. Lo so, la faccio facile io. Se la pasta fosse troppo molle e appiccicosa aggiungere farina o zucchero. Se fosse troppo dura e farinosa aggiungere acqua. Dovrebbe avere una consistenza tale da poterla lanciare al proprio aiuto cuoco. Che poi nel mio caso è sempre Orso. La palla di pasta deve restare in frigorifero per almeno un’ora, ma due sarebbero meglio.

Far marinare il rabarbaro a pezzetti e le fragole anche loro a pezzetti con 50g di zucchero. Mescolare la panna, l’uovo, il tuorlo, 100g di zucchero e lo zucchero vanigliato.

Stendere la pasta in una teglia imburrata apribile. Versare la frutta sul fondo e ricoprire con la crema. Infornare a 180° per 50 minuti. Lo so è tanto, però nel frattempo si possono impacchettare i regali o fare la ceretta, dipende dal compleanno.

Torta al rabarbaro e fragole pronta per essere mangiataProbabilmente ci saranno refusi: tutto questo è stato scritto ascoltando una radio francese che trasmette musica inglese. Oggi va così.

Al quel lettore, fra i miei venticinque, cui siano venute strane idee: io sono molto più giovane di Orso. 

Birthday Dorset apple cake

Ci sono due momenti decisivi due volte l’anno. Uno e’ settembre per guardare avanti.  Uno e’  il compleanno, per guardare indietro.
Capodanno si sa, e’ una finta.
Dopo aver guardato avanti, e di tanto, con una nuova casa in un nuovo paese ed una nuova professione ora, e’ il mio turno per guardare indietro.

La prima considerazione: un anno non e’ bastato.  Quello di cui mi rendo conto, con un anno e tanti sbagli in piu’ e’ che sbagliando, sto cominciando a prendere le decisioni giuste.

Non mento, forse e’ perche’ mi sono ritirata dal lavoro.
Dici? Allora per spirito scientifico provo a rientrarci subito, mando le prime candidature anche se ho ripreso a studiare da sole sei settimane. E una settimana dopo ho la prima mezza risposta positiva. Trovare un nuovo lavoro e’ spesso una questione di fiducia in se stessi, no?

In inglese c’e’ un modo di dire “you can’t have your cake and eat it too”  che si traduce piu’ o meno nella scelta fra la botte piena e la moglie ubriaca.
Orso pero’ lo usa diversamente. Un giorno circa un anno fa mi ha detto di smettere di aspettare, di cuocere la mia torta e mangiarmela.

Cosi’ per il mio compleanno mi sono fatta una torta e me la sono mangiata. Auguri: a me

Dorset apple cake di compleanno




Questa torta e’ apparentemente uno dei tesori locali. Ho intervistato diversi chef televisivi per un progetto video (fra poco su questi schermi!) e quasi tutti hanno menzionato la dorset apple cake come il loro piatto preferito. Cos’ha di speciale? La lavorazione di burro, zucchero e scorza di limone. Ok, la quantita’ di burro e zucchero, basically.


Ingredienti

  • 230gr di burro da ammorbidire (piu’ un po’ per la teglia)
  • 500gr di mele, la ricetta originale usa le Bramley apples, ma io ho usato della piccole mele rosa, tipo pinklady.  Perche’? Non mi hai sentito? Perche’ sono delle piccole mele rosa! (Fra l’atro, le mele pinklady si chiamano cosi’ per via di Grease? Io me le immagino appese al loro albero con i loro giubbottini e i capelli bigodinati).
  • Scorza di un limone (quindi lavarlo molto bene, dice Orso)
  • 230gr di zucchero bianco (gli inglesi usano tante qualita’ di zucchero diverso per una stessa torta, io ne uso solo due per il momento, primo perche’ e’ antieconomico comprarne troppe e poi perche’ Orso dice che compro e mangio troppo zucchero: ma “troppo zucchero” esiste?)
  • 3 uova
  • 230 gr di farina (anche qui, mille tipi per ogni torta, non sono d’accordo: trova una farina di tipo 00 o simili e usa quella)
  • Lievito, mezza bustina du quello che si trova in Italia in bustine da 16 gr (15gr e’ la quantita’ per 500gr di farina, ricorda!) o due cucchiaini di baking powder inglese
  • Un cucchiaio di zucchero di canna


Riscalda il forno  a 180 gradi (ho un forno a gas! Che donna d’altri tempi!) e approfittane per metterci la teglia con tutto il burro dentro per quanche minuto. Il burro si ammorbidira’ -non deve sciogliersi!- e potrai prima imburrare la teglia con il panetto tiepido e poi usare il burro ammorbidito. Lavora con la frusta elettrica o a mano il burro con lo zucchero e la scorza di limone. Viene fuori una spuma deliziosa e assassina.

Aggiungi, intervallandole, uova e farina (un uovo , un po’ di farina etc.) Gia’ che hai la farina fra le mani, infarina la teglia facendo assorbire il burro.
Fai  sbucciare e  tagliare a cubetti le mele nel frattempo (anche a questo serve una relazione seria).

Aggiungi il lievito e poi le mele a cubetti. Versa la pasta nella teglia imburrata e infarinata. Getta a pioggia lo zicchero di canna, un cucchiaio piu’ un po’, soprattutto se nessuno ti controlla mentre lo fai.

Inforna a 180 gradi (non trovo il simbolino dei gradi sulla tastiera!) per circa 40 minuti. Non lasciare mai la torta da sola! Non lo diro’ mai abbastanza: nessuna torta si cuoce da sola, i gradi possono essere 175 o 184 nel tuo caso e i minuti quarantadue. Controlla sempre.

Nel frattempo accendi il computer, controlla che il telefono sia carico e attendi gli auguri. Ti tocchera’ parlare di come dieci anni fa avevamo 18 anni, ma anche pensare a che facevi un anno fa a quest’ora.

Lascia raffreddare e  congratulati per tutti gli anni passati (anche quelli sbagliati!) con questa torta soffice, dolce e deliziosa.  Il giorno del compleanno si ha diritto ad essere egoisti, e a non condividere.  Oppure inventa una scusa, di’ che ti piacerebbe sentirti speciale, e che la condivideresti, certo ma non con tutti, ecco. Tipo io per essere tranquilla ho detto che l’avrei condivisa solo con chi avesse fatto un viaggio transalantico (dona ferentes) per mangiarla.

Mannaggia, lo ha fatto.

Il giorno del compleanno dura sempre troppo poco, e la cosa ogni anno mi angoscia. La torta pero’, coperta con un po’ di alluminio o in un contenitore ermetico e messa in frigo per via delle mele, si conserva per un po’. Quanto? Non lo so, non ho mai fatto in tempo a scoprirlo.

 

Mi scuso con Anna che voleva una ricetta di torta un po’ meno calorica. Forse un altra volta. Forse.