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Pavlova di capodanno

Tagliamo corto. Siete venuti per la torta.
Per avere un’idea per la cena di Capodanno che non sia il solito pandoro/panettone condito con la crema al mascarpone. Ho visto questa torta sulla copertina di una rivista (la Cucina Italiana) mentre ero in Italia, mi è sembrata subito buonissima ma con una forma poco pratica, così ho deciso di rifarla a modo mio: più semplice e più facile da tagliare in piccole fette.
E poi è sempre una torta Pavlova…
Non vi devo rispiegare la storia della Pavlova, vero?
Pavlova al cacao e frutti di bosco

Ingredienti: 
4 albumi medi
200 gr zucchero (per fare una buona meringa di solito uso 50-60 gr. di zucchero per tuorlo)
250 ml panna da montare
150 gr cioccolato fondente (quello chiamato “per copertura” va benissimo)
10 gr burro
20 gr cacao
Un melograno: serviranno circa la metà dei chicchi di un melograno grosso, quelli che vi restano possono essere aggiunti all’insalata
100 gr mirtilli blu, perché sono buonissimi con panna e meringa

Siccome la meringa impiega almeno un’ora e mezza a cuocere, io l’ho fatta la sera prima di servire la torta, quindi potresti prepararla stasera mentre perfezioni la lista della spesa per il menu di domani.

Albumi montati a neve fermissima

Montare gli albumi con un pizzico di sale. Quando sono ben montati aggiungere poco a poco lo zucchero. Bisogna avere pazienza, non si deve abbandonare fino a che gli albumi sono così sodi che si può girare la ciotola a testa in giù e loro rimangono attaccati al fondo (girare in fretta la ciotola, mi raccomando!). Aggiungere il cacao setacciandolo con un colino per evitare i grumi e ammirare la meringa che si colora.

Adesso la parte divertente: con un spatola disporre la meringa sulla carta da forno. Rovesciarla in un punto e poi espanderla fino a formare una torta di circa 20 cm di diametro con un avvallamento in mezzo. Come una quasi ciambella. Insomma, così:

Meringa al cacao

Cuocere nel forno un po’ aperto a 120° per un tempo che, davvero, dipende dal vostro forno. Diciamo dall’ora alle tre ore, non scherzo! Tenere il forno un po’ aperto -poco, ad esempio mettendo il manico di un cucchiaio di legno a impedire la chiusura- permette alla meringa di seccarsi senza bruciarsi. La meringa deve seccarsi completamente sopra, ma restare appiccicaticcia sotto.

Una volta cotta e raffreddata la meringa, preparare il ripieno al cioccolato per riempire l’avvallamento centrale della meringa.

Sciogliere il cioccolato con il burro versandoci sopra 100 ml di panna, mescolare fino a che i tre ingredienti non formeranno una crema lucida (ganache) e deliziosa.

Meringa, ganache, panna e frutti natalizi

Riempire il centro della torta con questa crema al cioccolato, sempre con la spatola, lasciando uno strato spesso dappertutto.
Lasciare raffreddare la torta e nel frattempo  montare la panna restante con un pizzico di vaniglia. Ricoprire la torta con un generoso strato di panna e spargere casualmente chicchi di melograno e mirtilli sulla torta e sul piatto.

Pavlova delle feste pronta

Astuzia: la meringa si incollerà alla carta da forno, se provate a staccarla romperete la torta. E’ più facile staccare le fette di torta già tagliate. Quindi meglio tagliare la carta in eccesso per “nascondere” la carta da forno al momento di servire.

Avendo usato panna senza lattosio e neanche un grammo di farina, questa torta è adatta a chi soffre di intolleranza al glutine (celiachia) ed al lattosio (cioè io).

Pasqualina va in Germania

Pasqua tedesca a Lipsia. Oggi ho fatto la mia prima caccia alle uova (in casa, vedi nota meteorologica sotto), ho dipinto le uova ed ho decorato il primo albero  -beh, una pianta d’appartamento- di uova. Decorare l’albero di uova non so se sia un’usanza tedesca o se i locali -cioè Orso- si siano fatti beffe della mia voglia di integrazione. Le uova che abbiamo usato per la caccia erano quelle di cioccolato portate dall’Italia, e le uova che abbiamo dipinto le abbiamo poi usate nella torta Pasqualina. Come dire, il meglio dei due mondi. Ma siccome in Germania ho anche ricevuto dei regali, la Pasqua tedesca vince.

Tre delle uova dipinte sono stata prima svuotate facendo due buchi alle estremità e soffiando fuori il contenuto: le abbiamo usate per l’omelette alla Orso a colazione. Tre le abbiamo bollite, dipinte e poi usate -sgusciate- nella torta. Abbiamo usato colori alimentari, eh!

Torta Pasqualina

Torta salata di Pasqua con spinaci e uova

Questa torta tradizionale si presta benissimo al picnic del lunedì di Pasqua. Che qui si traduce in picnic sul tappeto del soggiorno, visto che ieri ha nevicato (nota meteorologica).

Ingredienti

380 gr di spinaci surgelati, ché oggi tutti i fruttivendoli sono chiusi
un rotolo di pasta sfoglia pronta, perché nella vita bisogna saper chiedere aiuto
400 gr di ricotta, a trovarla vivendo in un mondo in cui i formaggi hanno una sola forma: quadrata
2-3 cucchiai di parmigiano grattugiato

un grosso spicchio d’aglio, o due piccoli
25 gr di burro
sale, pepe, noce moscata
tre uova sode
un uovo crudo

Gli spinaci sono le uniche verdure che entrano a casa mia surgelate e la pasta sfoglia è l’unica base che compro già fatta: mi sto giustificando un po’ troppo? Excusatio non petita… sono pigra, ma ho fatto le scuole grosse.
Scongelare gli spinaci, magari in anticipo (la regola vorrebbe: il congelamento più veloce possibile, lo scongelamento più lento possibile).
Soffriggere l’aglio tagliato a pezzi grossi nel burro e poi insaporire gli spinaci saltandoli nel burro per 8 minuti -se già ben scongelati, se no un po’ di più-.
“Quanto?”
Non lo so. Dipende dagli spinaci, dalla padella, dai fuochi, da te, non posso fare tutto io.
Ricordati di salare e pepare gli spinaci a tuo gusto e di eliminare l’aglio a cottura finita.

Mentre si fanno raffreddare gli spinaci stendere la pasta sfoglia nella teglia (quella da 22 cm di diametro è la mia preferita) imburrata o ricoperta di carta da forno. Di solito la carta da forno è inclusa nella confezione di pasta sfoglia. Ricavare dalla pasta anche dei bordi alti circa tre dita, o forse due, io ho le mani molto piccole. Tenere da parte la pasta rimasta per coprire e decorare la torta.

Mescolare la ricotta agli spinaci, aggiungere la noce moscata, ed altro sale e pepe se serve. Siate generosi. Aggiungere l’albume dell’uovo crudo all’impasto. Non è indispensabile, ma aiuta a legare il ripieno e più avanti nella ricetta avremo bisogno del tuorlo. L’idea di aggiungere l’albume mi è venuta perché non mi va di buttarlo ed oggi non ho voglia di fare meringhe: ho ancora una crostata al cioccolato e fave tonka da smaltire e stasera devo preparare il ragù per le lasagne che ho portato dall’Italia. Una pensa di avere un hobby, e senza accorgersene è già una schiavitù.

Aggiungere anche il parmigiano al ripieno. E’ la prima volta che aggiungo il parmigiano nella mia torta di Pasqua, e solo grazie ad Orso. I formaggi mi ripugna anche solo toccarli ma il ripieno viene più saporito col parmigiano (ed anche le lasagne). Così Orso, che pure odia anche lui i formaggi, lo ha grattugiato per me. Insomma, il romanticismo applicato alla vita quotidiana ovvero il matrimonio in tutta la sua utilità.

Dopo aver ben mescolato ed insaporito l’impasto versarlo sulla pasta sfoglia. Dopo averlo steso sulla pasta ricavare sei “buchi” nel ripieno ad uguale distanza gli uni dagli altri.

Sgusciare le uova sode (per un uovo sodo ci vogliono otto minuti di cottura dal bollore dell’acqua) e tagliarle a metà per il lungo (come si tagliano di solito, per capirci). Io le ho bollite prima di preparare la torta e poi le abbiamo dipinte: erano così belle che le ho sgusciate a malincuore. Ma fra gli occhi e la pancia, la pancia vince sempre. Posare ciascuna metà-uovo in ognuno dei buchi, e ricoprire col ripieno. Le uova devono nascondersi nel ripieno.

Coprire la torta con i ritagli di pasta rimasti e spennellare con il tuorlo d’uovo. Infornare a 190° per 35 minuti, poi abbassare la temperatura a 180° e continuare a cuocere per altri 7 minuti. Servire tiepida o fredda, quando la si taglia le uova nascoste provocheranno l’effetto “oohh!” dei commensali: il tedesco non gestisce bene lo stupore e la sorpresa, io vi ho avvertiti.