Archivi del mese: marzo 2010

Storia, Speranza e Sacher Torte

L’evento raiperunanotte di ieri mi ha coinvolta più di quanto credessi e da stamane ne sto parlando a tutti, quindi anche se da giorni mi stavo preparando a pubblicare altro eccomi qui di getto. (Insomma un’occasione-torta di quelle di cui parlavo qui. E poi così faccio prima.)
La mia recensione in breve:  Santoro mi fa venire i nervi, ma quei nervi che sono anche di ammirazione e di quasinvidia, l’integro Travaglio mi piace da quando lo vidi per la prima volta da Luttazzi  e più ancora Luttazzi stesso disgustatamente mi piace.  Benigni era Benigni, che di per sé è già molto. Non penso di non aver mai visto un film di Monicelli, non so se ne vedrò uno adesso. Ma è di certo il mio eroe della serata.
Molti ne riprenderanno l’impeto rivoluzionario. Io come Karl Popper ho paura delle rivoluzioni: fanno perdere la testa.

Ma mentre lo sentivo parlare, ero un po’ più fiera e felice. Personalmente, moralmente e politicamente so con più precisione su cosa devo e dobbiamo concentrarci: la distruzione della speranza.  Speranza del sentimento religioso (combattuto e vinto, anzi mai nato:), dell’aldilà promesso per sopportare il presente, speranza del lavoro precario che si regolarizza, speranza che la storia faccia il suo corso, che il governo cambi.

Eh no, la storia non si aggiusta da sola, e neanche il tuo contratto e, cara, se mi permetti:  lascialo una volta per tutte,  non ti amerà di più domani.

La speranza da oggi è ufficialmente una brutta parola. La speranza è ciò ci intrappola perché ci permette di aspettare restando indifferenti.
La settimana scorsa, il mio fratello adottivo Marco, -si possono adottare i fratelli, senza documenti né matrimoni 🙂 – mi ha mandato, fra molti, il famoso testo di Elsa Morante su Mussolini, che ben si adatta a descrivere anche Berlusconi (la prossimità fra i due è incredibile: “Purtroppo il popolo italiano, se deve scegliere tra il dovere e il tornaconto, pur conoscendo quale sarebbe il suo dovere, sceglie sempre il tornaconto.
Così un uomo mediocre, grossolano, di eloquenza volgare ma di facile effetto, è un perfetto esemplare dei suoi contemporanei. Presso un popolo onesto, sarebbe stato tutt’al più il leader di un partito di modesto seguito, un personaggio un po’ ridicolo per le sue maniere, i suoi atteggiamenti, le sue manie di grandezza, offensivo per il buon senso della gente e causa del suo stile enfatico e impudico. In Italia è diventato il capo del governo. Ed è difficile trovare un più completo esempio italiano
.”)

Ciò ha scatenato un piccolo (purtroppo) dibattito sull’irrecuperabilità degli “italiani”.
Ma ieri ci siamo resi conto che ogni operaia di calzificio è Sartre (“Bisogna sporcarsi le mani” diceva ieri col camice di un bellissimo verde e nessun lavoro per usarlo la loro rappresentante). Perché anche dalla partecipazioni dei non rassegnati (dei resistenti?), degli onesti si fa la storia. Tanti italiani sono disonesti, cialtroni e mafiosi, ma non è mica un destino e tantomeno un alibi.
Bisogna agire perché non abbiamo più speranza, perché se giovani non abbiamo scelta e anziani non abbiamo tempo. Non limitiamoci a leggere, mettiamoci a scrivere, non raccontiamoci fra di noi quanto siamo scontenti ma parliamone con altri,  manifestiamo e votiamo e convinciamo a votare. Ma soprattutto agiamo.

Che poi se ci pensi, è così anche con le torte. In cucina non speri che il tempo di cottura sia giusto, o che il cioccolato fonda senza bruciarsi. In cucina fai attenzione tu, perché non hai altra scelta. Sarà che una torta non è mai fuori luogo, ma per celebrare tutti insieme il funerale della speranza vi offro la mia Sacher Torte.

SacherTorte di Gaia

Ingredienti:

150gr di burro
150gr di zucchero
5 uova
150gr di cioccolato fondente
Latte
150gr di farina
Marmellata di albicocche

Glassa:
150gr di cioccolato fondente
30gr di burro
50 gr di zucchero

Lavorate il burro con 150gr di zucchero e la vanillina (per me la ricetta potrebbe già fermarsi qui, sarei già contenta). Incorporate i cinque tuorli uno ad uno. Fondete (a bagnomaria sarebbe meglio, al microonde se siete estremamente pigri) 150gr di cioccolato fondente con due cucchiai di latte e unite i due composti. Unite (devo trovare sinonimi di unire, non sono pratica di scrittura di ricette) successivamente i cinque albumi montati a neve e aggiungete (aggiungere come suona?) da ultimo la farina. Cuocere in una teglia imburrata e infarinata per 40’ a 180°. (Se hai letto sopra sai che devi controllare attentamente la cottura: la torta non si fa da sola!)

Quando la torta è pronta (prova dello stuzzicadente: infila uno stuzzicadente nel centro, se esce asciutto è pronta) sfornatela, lasciatela raffreddare e tagliatela a metà (facendo due dischi eh! Non due semicerchi!). Farcite l’interno della torta con marmellata di albicocche e richiudete la torta. Scaldate un po’ (qui mi devi dare fiducia, un po’ è il massimo della precisione che posso offrirti) di marmellata con un cucchiaio di acqua e spennellate (con un cucchiaio va bene, con una spatola meglio) la superficie e i bordi della torta.

Preparate la glassa: sciogliere cioccolato e burro (bagnomaria rules) e fuori dal fuoco aggiungere lo zucchero a velo. Fate attenzione a sciogliere molto bene gli ingredienti prima di aggiungere lo zucchero, soprattutto se non siete in visita a casa di vostra madre che mescolando poderosamente salvi la glassa. Ricoprite abbondantemente superficie e bordi della torta con la glassa (meglio se con una spatola). Lasciate raffreddare la torta.

Mangiate, mangiate, mangiate e se dovete: condividete.

Questo lunghissimo articolo è per Marco che non è mai stanco di pungolare le coscienze e per Leonardo. La torta si è avvalsa dell’inestimabile contributo di Bianca (5 anni) e Lucia, mia mamma che ha salvato la glassa.